L’attenzione verso una pagina di storia italiana poco conosciuta e dimenticata per oltre 50 anni.
Si tratta di quella “delle foibe, dell’esodo giuliano-dalmata e delle complesse vicende del confine orientale”, così spiega il testo della Legge sul Giorno del Ricordo istituito dal Parlamento nel 2004.
Attraverso alcuni quadri che seguono un sottile filo cronologico, con un’efficace commistione di parole e di musica dal vivo (violino e fisarmonica), viene raccontata la storia di un popolo, dalle sue lontane origini agli ultimi due secoli che hanno visto il nazionalismo fomentare le contrapposizioni e stravolgere quel microcosmo fatto di culture diverse che si era sviluppato in tanti secoli sotto la Serenissima.
E ancora adesso nei luoghi della Venezia Giulia e della Dalmazia, che il trattato di pace di Parigi del 1947 ha consegnato alla Jugoslavia, si sente parlare anche l’istro-veneto e si possono ammirare i monumenti e i segni della storia che hanno lasciato l’impero romano e la repubblica di Venezia.
Una messa in scena che diventa l’opportunità per conoscere una pagina strappata dai libri di storia, per non dimenticare tutte quelle persone che sono state dolorosamente colpite da questi avvenimenti e per guardare al futuro con più consapevolezza e positività.